La dieta priva di glutine

La celiachia, come già riportato nei nostri precedenti articoli, è un’enteropatia infiammatoria con tratti di auto-immunità, che si verifica in soggetti geneticamente predisposti, scatenata dall’ingestione di glutine, una proteina presente nel frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. Per il celiaco sono così messi al bando pane, pizza, pasta e croissant, ma anche alcuni tipi di cioccolato o snack da aperitivo, senza tener conto di certi insaccati e formaggi. La lista dei cibi vietati è purtroppo davvero lunga.
Ne consegue come i celiaci siano maggiormente esposti a carenze nutrizionali. Infatti, escludendo gli alimenti contenenti glutine, per forza di cose si esclude anche l’assunzione di alcuni minerali e vitamine che sono molto importanti per l’organismo.

L’educazione alimentare dei pazienti celiaci

La speciale dieta alla quale sono sottoposti i soggetti affetti da celiachia, basata sull’abolizione assoluta del glutine, comporta variazioni nell’assunzione di macro e micronutrienti che possono portare a pesanti squilibri nutrizionali.
Da un’interessante ricerca dal titolo “Nutritional Imbalances in Adult Celiac Patients Following a Gluten-Free Diet”, pubblicata nell’agosto 2021 dall’Università dei Paesi Baschi, si evince come il quadro generale sia quello di un’alimentazione caratterizzata da un basso apporto di carboidrati complessi e fibre, e, di contro, da un elevato apporto di grassi (in particolare grassi saturi) e zuccheri semplici. Dal punto di vista dei macronutrienti, si è verificato che i deficit più importanti sono legati a ferro, calcio, magnesio e vitamine D ed E e del gruppo B.

Gli alimenti senza glutine sono infatti spesso caratterizzati da un contenuto superiore di grassi saturi (SFA) e zuccheri semplici, a svantaggio di carboidrati complessi, nutrienti base di una sana alimentazione, fibre, con aumento del rischio d’insorgenza di malattie cardiovascolari (associate ad un alto consumo di SFA), insulino-resistenza (associata a una dieta ad alto indice glicemico). Analizzando le assunzioni di vitamine poi, è possibile evidenziare in particolare carenze di vitamina D, E e del gruppo B come folato (B9), tiamina (B1), riboflavina (B2), e piridossina (B6).

Si tratta di carenze che aumentano il rischio di patologie come diabete, osteoporosi e anemia, che hanno infatti tassi di incidenza maggiori nei soggetti celiaci. Risulta quindi molto importante seguire attentamente le abitudini alimentari delle persone celiache e promuovere tra loro i principi di una corretta educazione alimentare, in quanto ciò può aiutare non solo ad ottenere una dieta priva di glutine, ma anche equilibrata, varia e priva di carenze nutrizionali.

Le linee guide per un’alimentazione sana ed equilibrata

Le linee guida fornite dagli esperti nutrizionisti prevedono un maggior consumo di alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, legumi, noci, grani e cereali integrali senza glutine e pseudocereali, come quinoa, amaranto, chia) allo scopo di ridurre l’apporto di grassi e zuccheri e aumentare quello di fibre, vitamine e minerali e di latticini e legumi per incrementare ferro e calcio.

Fonte:
https://www.mdpi.com/2072-6643/13/8/2877